Cenere sei e cenere ritornerai…Non è mai facile raccontare perche muore una ragazza a 17 anni.Sono ormai storie di tutti giorni…tristi storie di donne che amano…o che hanno amato…e che muoiono per amore…per un amore che non c’è più ma che invece per qualcuno c’è ancora. Sono le storie di donne vittime di un amore “malato”che spesso arrivano al centro antiviolenza Telefono Aiuto che dirigo ormai da 10 anni.
Troppo dolore. Troppa rabbia.
Per la cronaca è’ stata uccisa la 101esima donna dall’inizio dell’anno, l’ennesimo omicidio preceduto da atti persecutori.
Da mesi Samuele Caruso perseguitava la sua ex, Lucia Petrucci, sorella di Carmela, uccisa dal 22enne per aver cercato di difendere la sorella al culmine di una lite. il giovane, che su Facebook si faceva chiamare “Tigrotto”, non si dava pace: “Cenere sei e ceneri ritornerai” le aveva scritto in un sms inviatole alcuni giorni prima della tragedia. ”
Una grande percentuale degli omicidi che si agiscono contro le donne sono preceduti spesso da continue persecuzioni, minacce e dalla estrema difficoltà per la vittima ad essere creduta anche dai familiari, dalle amiche e qualche volta anche dalle istituzioni che dovrebbero tutelare i nostri diritti inviolabili come quello alla vita e alla sicurezza, proprio per la mancanza di prove certe e tangibili.
Stando infatti alla ricostruzione dei fatti e alla testimonianza di alcuni amici anche Lucia avrebbe tentato di denunciare il suo stalker Samuele e le stesse compagne di scuola avrebbero segnalato alle forze dell’ordine una situazione ormai tanto palese quanto pericolosa. Il testo dell’ultimo sms è assolutamente esplicativo: “cenere sei e cenere ritornerai”… Questo è lo stalking: comportamenti reiterati di sorveglianza, controllo, contatto pressante e minaccia che invadono con insistenza la vita di una persona per toglierle la quiete e l’autonomia.
Gli atti persecutori sono dal 2009 un reato ben definito, punito con condanne da sei mesi a quattro anni di reclusione, dall’entrata in vigore della legge sullo stalking, il 25 febbraio 2009, è emerso un fenomeno dalle dimensioni allarmanti, portando alla luce centinaia di richieste di aiuto da parte delle vittime.
Per chi come me da anni opera come sociologa presso il Centro antiviolenza Telefono Aiuto di Agrigento, e raccoglie le richieste di aiuto di tante donne in difficoltà chiedo a tutte le donne, potenziali vittime di uno stalker , che non bisogna mai sottovalutare:
Telefonate e/o sms di minacce e insulti
– Comportamenti ossessivi per attenzioni non richieste
– Appostamenti fuori dal luogo di lavoro o sotto casa
– Danneggiamenti intenzionali a cose di tua proprietà (la macchina, la cassetta della posta, la porta di casa ecc.)
– Minacce a persone unite a te da un legame affettivo
Oggi c’è la possibilità di intervenire: le vittime possono querelare subito lo stalker o chiederne prima l’ammonimento al Questore. E’ questa una risposta concreta ai cittadini, dopo un lungo oblio normativo. Per una prima assistenza è attivo il numero gratuito antiviolenza e stalking del nostro Centro Antiviolenza Telefono Aiuto di Agrigento 800961931 e il numero 0922 22922 che possono mettere in collegamento diretto le vittime con le forze dell’ordine questure e viene offerto anche supporto psicologico e giuridico, necessario in questi casi.
Ecco alcune Tecniche di comportamento Antistalking e alcune informazioni di carattere legislativo :
Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare facilmente delle modalità comportamentali di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori.
Esistono tuttavia alcune regole utili.
- Innanzitutto, inutile negare il problema. nessuno vuole considerarsi una “vittima” per cui si tende a evitare di riconoscersi in pericolo, finendo per sottovalutare il rischio . Il primo passo è allora sempre quello di riconoscere il problema e di adottare delle precauzioni maggiori
- Se la molestia consiste nella richiesta di iniziare o ristabilire una relazione indesiderata, è necessario essere fermi nel “dire di no” una sola volta e in modo chiaro. Cercare di convincere il proprio persecutore insistente, con interpretazioni psicologiche che loadditano come bisognoso di aiuto e di cure, rappresenteranno dei rinforzi, in quanto attenzioni. Anche la restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking.
- Comportamenti molto efficaci per difendersi dal rischio di aggressioni sono quelli prudenti in cui si esce senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati,
- Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. Attivare una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare e quindi poter raccogliere più prove possibili
- È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza.
- Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell’ordine.
La Legge 23 aprile 2009 n. 38, prevede, nel caso in cui non sia stata già sporta querela e non siano stati perpetrati reati procedibili d’ufficio, la possibilità di rivolgere al Questore, quale autorità di Pubblica Sicurezza, istanza di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta molesta. Con questa legge è stata introdotta questo importante strumento: l’ammonimento del questore.
Il Questore, con l’ammonimento, invita l’autore degli atti persecutori ad interrompere ogni interferenza nella vita della vittima e lo avverte che la ripetizione della sua condotta potrebbe assumere rilevanza penale.
In questo stadio non esiste alcun procedimento penale e l’ammonimento non viene iscritto sul certificato penale dell’ammonito.
Se invece la vittima vuole che sia aperto subito un procedimento penale ha la possibilità di presentare querela entro i sei mesi dai fatti.
Le forze dell’ordine inoltre hanno adottato svariate iniziative di collaborazione con le associazioni e i centri antiviolenza, in un lavoro di “rete” utile per la protezione di chi subisce violenze, aggressioni o stalking. Anche ad Agrigento la rete antiviolenza del >telefono Aiuto è diventata un utile strumento di prevenzione ma soprattutto l’utile viua per attivare tutti i percorsi di uscita dalla violenza.
Infatti, il ruolo delle Forze dell’ordine, dei servizi sociali e di centri antiviolenza è di fondamentale importanza per la vittima di stalking, che può cadere nell’errore di isolarsi o di sottovalutare il problema. Al contrario, il confronto tra gli operatori di polizia e dei centri antiviolenza consente di predisporre mirate strategie di protezione.
Antonella Gallo Carrabba
Coordinatrice Centro Antiviolenza Telefono Aiuto Agrigento